"A vent’anni.
Vedo troppi coetanei che annaspano nell’incertezza. Si crogiolano nell’auto-commiserazione e nell’idea che questa crisi sia una scusa per evitare di pensare al futuro.
Le passioni e gli interessi personali sono divenuti motivi di vergogna, pretesti per essere allontanati dal gregge del proprio paese.
Se sogni sei lunatico, se agisci sei un pazzo. Le micro-realtà paesane d’Italia creano dogmi psicologici capaci di uccidere la creatività di ogni ragazzo.
Si ha paura a pensare troppo forte, ad alzare la voce, quasi fosse una mancanza di rispetto verso chi non ha idee."
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